Mutazioni somatiche del gene DNMT3A, codificante per una metiltrasferasi del DNA, sono frequenti nei pazienti con leucemia acuta mieloide (LAM), specie in quelli classificati come “rischio intermedio” (dove raggiungono il 33,7% dei casi) e risultano indipendentemente associate con una prognosi peggiore. La scoperta di questa nuova alterazione genica con impatto prognostico negativo nelle LAM viene descritta da Ley TJ e colleghi (N Engl J Med, 2010;363:2424-33), che dopo averla identificata in un paziente con LAM a cariotipo normale hanno sequenziato gli esoni del gene DNMT3A in 280 casi di LAM alla diagnosi.
Mutazioni del gene sono state identificate nel 22,1% (62/281) dei casi, complessivamente. Tuttavia, esse erano particolarmente frequenti nei pazienti con un profilo citogenetico a rischio intermedio (56/166, 33,7%), mentre erano assenti in tutti i 79 casi con profilo citogenetico favorevole (p < 0,001). La sopravvivenza globale mediana dei pazienti con mutazioni di DNMT3A risultava significativamente minore di quella dei casi senza mutazioni (12,3 mesi verso 41,1 mesi, p < 0,001). Le mutazioni di DNMT3A erano un fattore prognostico negativo indipendente nei pazienti a rischio intermedio o con mutazioni di FLT3 all’analisi multivariata.
Questa nuova alterazione genetica, altamente frequente in alcuni sottogruppi di pazienti con LAM, rappresenta un fattore indipendente di esito sfavorevole da valutare nelle LAM alla diagnosi.