Il trapianto allogenico con condizionamento a ridotta intensità può consentire una sopravvivenza libera da malattia minima residua (MMR) a lungo termine nella metà dei pazienti con leucemia linfatica cronica (LLC) ad alto rischio, inclusi i casi con delezione del 17p. Così concludono il loro lavoro gli autori dello studio di fase II CLL3X (Dreger P et al. Blood, 2010, 116:2438-47), che ha arruolato 100 casi di LLC definiti ad alto rischio sulla base delle caratteristiche cliniche (resistenza al trattamento o recidiva precoce) e biologiche (alterazioni genetiche e stato mutazionale).
Sottoposti a un regime di condizionamento ridotto basato su fludarabina e ciclofosfamide, i 90 pazienti trapiantati hanno mostrato una EFS a 4 anni pari al 42% e una OS pari al 65%. Fra i 52 pazienti in cui è stato possibile attuare il monitoraggio fluorimetrico o molecolare della MMD, 27 (pari al 52%) erano vivi e MMD-negativi a 12 mesi dal trapianto, con una EFS a 4 anni pari all’89%. Da sottolineare che la sopravvivenza libera da eventi è risultata simile per tutti i sottogruppi genetici considerati, compresi i casi con del(17p-).
«Questo studio prospettico dimostra che il trapianto allogenico, da donatore compatibile o parzialmente mismatch, è fattibile in una sottopopolazione di LLC ad alto rischio», commentano gli autori della ricerca, «con una mortalità e morbilità acute accettabili, risultanti in una mortalità non legata alla malattia del 23% nei primi due anni. Studi prospettici di comparazione con altre strategie terapeutiche sarebbero auspicabili per confermare se il trapianto allogenico possa effettivamente avere un impatto positivo sulla storia naturale della LLC aggressiva».