Un regime terapeutico basato su talidomide, melfalan, prednisone e lenalidomide (RMPT) dimostra una buona efficacia ed effetti collaterali ridotti nei pazienti con Mieloma Multiplo (MM) refrattario o recidivato. Questi i risultati di uno studio multicentrico di fase 2 (Palumbo A et al. Leukemia, 2010, 24:1037-42), che ha arruolato 44 pazienti, trattati con lenalidomide (10 mg/die) nei giorni 1-21, melfalan (0,18 mg/kg) e prednisone (2 mg/kg) nei giorni 1-4 di 6 cicli di 28 giorni. La talidomide (50-100 mg/die) è stata somministrata nei giorni 1-28. Era prevista anche una terapia di mantenimento con lenalidomide (10 mg/die) nei giorni 1-21 di ogni ciclo, fino alla comparsa di progressione o di eccessiva tossicità.
Una risposta almeno parziale è stata osservata nel 75% dei pazienti, compreso un 32% di very good PR e un 2% di risposte complete. La sopravvivenza libera da malattia ad 1 anno è stata del 51% e la sopravvivenza globale del 72%. Non sono stati osservati eventi tromboembolici o neuropatia periferica di grado 3/4.
“Al momento, non sono disponibili dati sul possibile effetto additivo e/o sinergistico in vivo della combinazione di lenalidomide e talidomide”, scrivono gli autori della ricerca. “In studi preclinici, la talidomide ha mostrato una maggiore attività antiangiogenetica, mentre la lenalidomide aveva più effetti immunodulatori. Entrambi i farmaci sono somministrabili per via orale, entrambi si sono già dimostrati efficaci in combinazione con melfalan e prednisone e la loro associazione non aumenta il rischio di neuropatia periferica. Questo razionale, associato ai risultati che presentiamo in questo studio, suggerisce l’opportunità di studi randomizzati per valutare l’abilità di questa combinazione nel migliorare la combinazione standard attuale di melfalan, prednisone e talidomide (MPT) nel Mieloma Multiplo”.